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 La Portinaia del Cielo

 

 

Molto tempo fa a Vienna, vicino al Duomo di Santo Stefano, si trovava una veneranda comunità di pie monache. Conducevano una vita di pace, in profonda devozione, servendo con gran fervore la Madonna. Trascorrevano le loro giornate, secondo la loro vocazione, nella quiete del monastero, senza prestare grande attenzione a quel che accadeva fuori nel mondo.

 

Tra le suore c’era una ragazza, affidata fin dalla giovinezza alle cure delle monache, perché rimasta senza genitori o parenti che avrebbero potuto occuparsi di lei. Si chiamava Maria e fu cresciuta nel convento, dove diventò una bellissima donna. Suo compito era custodire il portone del sacro luogo.

 

Un giorno, il destino volle che un giovanotto, la cui sorella intendeva farsi monaca, bussasse a quel portone. La straordinaria bellezza della giovane portinaia lo colpì così profondamente che non poté più togliersela dalla mente. Di lì a poco, tornò al monastero più e più volte. Anche Maria rimase colpita dal giovane e alla fine si lasciò persuadere di abbandonare il convento e di fuggire con lui. La sera della partenza pose le chiavi del portone sotto l’immagine della Madonna, all’ingresso, e disse: “Io vado nel mondo a cercare fortuna, custodisci ora tu, Madre Santa, questo portone al posto mio!”

 

Maria seguì il giovanotto con totale fiducia, abbandonandosi pienamente ai piaceri del mondo e dell’amore. I piaceri però durarono poco e, dopo le dolcezze dei primi abbracci e le ore felici, seguirono grandi delusioni e aspre amarezze. Il giovane la abbandonò e Maria si consolò tra le braccia di un altro, ma anche quello la lasciò, e allora Maria si mise di nuovo in cerca della felicità. Da nessuna parte, però, trovò fedeltà e un cuore capace di amare. Così si concesse agli uomini più indegni, diventando via via sempre più misera e infelice. Alla fine perse la sua giovinezza e bellezza, si ammalò e cadde nella più grande miseria. Al culmine della disperazione le tornò in mente quel silenzioso monastero che aveva lasciato tanto tempo prima e provò grandissima pena e terribile rimorso. Si vestì da umile pellegrina e si mise in viaggio verso Vienna.

 

Una notte d’inverno, stremata e morta di freddo, giunse finalmente alla porta del convento. Non si attendeva alcun perdono, né sperava di essere di nuovo accolta in quella santa casa. Forse le sorelle nemmeno si sarebbero ricordate di lei! Con gran tristezza bussò al portone, ma tanto sbigottita rimase quando questo si aprì e vide la splendida Signora piena di luce con il Bambino in braccio venirle incontro e darle le chiavi del portone. Quasi non bastasse, accadde anche un altro miracolo: le monache la salutavano come avevano sempre fatto. Nessuna aveva notato la sua assenza. La Madre di Dio aveva assunto l’aspetto di Maria e aveva custodito il portone al posto suo, per tutto il tempo della sua assenza. Sopraffatta da tanta grazia, Maria si ammalò gravemente, ma non temeva né sofferenza né morte, perché aveva visto la Regina del cielo e sapeva che l’avrebbe presto accolta per sempre nel suo regno.

 

Questi fatti miracolosi vennero riferiti a Roma al Santo Padre, il quale decretò che quella casa si sarebbe chiamata, d’ora in avanti, il monastero della Portinaia del Cielo.